Recensione “The Mule – Il corriere”: Un trasporto pericoloso!

Dopo i tanti successi cinematografici, Clint Eastwood si dedica alla regia. In questa pellicola verrà messa in chiaro una storia vera fatta di droga e ingenuità dove il regista ne prenderà anche il ruolo di attore principale.

Trama e struttura

Clint Eastwood ci ha abituati a pellicole drammatiche di un certo spessore, sia come attore d’altri tempi, sia come regista – vedesi “Attacco al treno” e “American Sniper” -, e, come in “Gran Torino”, stavolta ha voluto unire le sue doti attoriali a quelle di direttore per interpretare questa storia vera molto bizzarra.

“The mule”, letteralmente  “Il corriere”, è una pellicola tratta da una storia vera, da un articolo pubblicato sul The New York Times con il titolo di “Il corriere 90enne del cartello di Sinaloa”. Qui la sinossi della trama:

Eastwood interpreta Earl Stone, un uomo di circa 80 anni rimasto solo e al verde, costretto ad affrontare la chiusura anticipata della sua impresa, quando gli viene offerto un lavoro per cui è richiesta la sola abilità di saper guidare un auto. Compito semplice, ma, ciò che Earl non sa è che ha appena accettato di diventare un corriere della droga di un cartello messicano. Nel suo nuovo lavoro è bravo, così bravo che il suo carico diventa di volta in volta più grande e per questo motivo gli viene assegnato un assistente. Questi non è però l’unico a tenere d’occhio Earl: il misterioso nuovo “mulo” della droga è finito anche nel radar dell’efficiente agente della DEA, Colin Bates. E anche se i suoi problemi di natura finanziaria appartengono ormai al passato, i suoi errori affiorano e si fanno pesanti nella testa, portandolo a domandarsi se riuscirà a porvi rimedio prima che venga beccato dalla legge… o addirittura da qualcuno del cartello stesso.

Analisi della trama

La trama di primo acchito può sembrare molto banale, ma Eastwood riesce a far trasparire i sentimenti e le emozioni personali del protagonista. Che cosa prova Earl mentre viaggia? Che cosa lo spinge a commettere dei reati? Tutte queste domande vengono colmate durante il film, il quale trasporterà letteralmente lo spettatore nel viaggio di Earl.

La nota dolente è che questa storia può risultare a tratti molto lenta, ed è qui che entra in gioco la sceneggiatura, mai banale e che riesce a toglierci anche qualche sorriso, facendo anche riflettere in alcune tematiche.

Una storia di droga

Le premesse della pellicola sono molto semplici, si vuole raccontare una storia, la storia di Earl. Il personaggio è ottimamente caratterizzato in tutte le sue sfaccettature, non si può dire lo stesso, però degli altri protagonisti.

Il cast stellare formato da Bradly Cooper, Lawrance Fishburne, Michael Pena e Andy Garcia è utilizzato quasi di contorno. Difatti i primi tre, agenti della DEA, compaiono in poche scene, fatta eccezione per Bradly Cooper, il quale appare spesso sullo schermo, ma viene caratterizzato davvero poco, non facendoci sapere nulla della della sua vita. Andy Garcia viene visto pochissimo ed usato anch’esso marginalmente, le sue scene difatti durano meno di una manciata di minuti, inserito quasi per dare maggior lustro al cast.

L’azione manca quasi totalmente, un gran peccato visto le pellicole più recenti girate da Eastwood.

Un viaggio che ti trasporta (sezione spoiler)

Il protagonista, Earl, viene mostrato come un signore molto arzillo, il quale si gode la vita a discapito della famiglia. Coltiva orchidee e ne vende anche molte, ma dopo un po’ di anni la crisi si fa sentire ed Earl cade sul lastrico. Il comportamento di Earl fa si che la sua famiglia lo ripudi, lasciandolo letteralmente senza una casa, così per una casualità si immischia in questi affari poco legali.

Il film però ci vuole far riflettere su quanto il legame familiare sia importante, difatti nel finale Earl capisce che la cosa più importante è, appunto, la famiglia. Disubbedendo agli ordini del cartello, Earl non effettuerà l’ultima consegna, ritornando a casa della sua ex moglie per starle accanto durante gli ultimi momenti della sua vita causa un tumore, recuperando così tutti i momenti persi con lei.

Il film cercherà anche di far riflettere su molte tematiche quali l’uso continuo di internet o il razzismo, come si evince durante la sosta alla tavola calda con i due messicani, i quali verranno visti con cattivo occhio dalle altre persone.

L’america in tutto il suo splendore

La regia del film risulta semplice ed efficace, in alcuni casi vengono utilizzati dei piani sequenza e anche dei grandi campi per mostrarci appieno lo spirito e le strade americane, fatte di macchine e sabbia. I colori risultano azzeccati, con una palette che va dalla sabbia e grigiastro, facendo immergere lo spettatore in un vero viaggio On the Road. Le musiche Country e lo spirito americano accompagnano lo spettatore in questa storia, però, alquanto monotona.

Conclusione

Chi si aspetta azione e frenesia da “The Mule” cambi film. La pellicola racconta si storie di droga e cartelli, ma principalmente analizza le emozioni di Earl, un uomo che nella sua vita ha visto di tutto, anche la guerra. La pellicola risulta godibile, ma a tratti molto lenta, salvata da molte situazioni divertenti.